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L'incipit del romanzo
Era stata Iolanda a preferire il viaggio di ritorno nel confortevole vagone letto di prima classe del notturno Milano-Napoli. Mari si affacciò dal finestrino e respirò profondamente, fissando ora le traversine del binario che fluivano a fianco al convoglio, ora le piattaforme e le pensiline in avvicinamento con fiumane di viaggiatori, ferrovieri, facchini, strilloni e venditori di bibite. Rientrò in cabina quando lo sferragliamento del treno con lo scricchiolamento dei freni gli risultò eccessivo. «Credi che il tenente Barbetti ci aspetti con il portabagagli?» Iolanda gli indicò sconsolata l’allineamento di valigie, borse, custodie porta abiti e cappelliere. «Abbiamo tutto il tempo necessario…» Lo stridore secco di freni, ruote, assi, cuscinetti coprì le parole di Mari, il sussulto improvviso del treno li scaraventò sul divanetto. Allo scompiglio seguì un baleno di quiete, subito un rimescolio di grida incomprensibili si sovrappose al solito rumorio indistinto intervallato dagli annunci di arrivi e partenze scanditi agli altoparlanti.









LE OMBRE NERE
Una coincidenza, una semplice coincidenza e una disgrazia, anzi un delitto efferato costringono il colonnello Mari e il tenente Barbetti ad affrontare il mondo delle ombre nere che sopravvive alle sconfitte e ha deciso di tramare alla conquista dello Stato per abbattere lo Stato e gli ideali di giustizia e libertà. Ancora una volta i due ufficiali agiscono e combattono per impedire il grave pericolo per la democrazia.

